Artrooms Fair Roma 2019

Tutti gli artisti desiderano far conoscere il loro talento e sono alla ricerca di occasioni propizie per rendere reale il loro sogno. Proprio per questa esigenza è nata Artrooms Fair Roma, la prima fiera che da’ la possibilità a molti artisti indipendenti di avere uno spazio espositivo gratuito dove far conoscere la propria arte.

La fiera, giunta quest’anno alla sua seconda edizione, è caldamente consigliata per tutti coloro che vogliono godere di un’esperienza unica e che vogliono immergersi completamente in un’atmosfera emozionante e al contempo rilassante che il mondo dell’arte sa trasmettere come pochi.

I visitatori di Artrooms avranno il vantaggio di scoprire le opere degli artisti passeggiando attraverso le varie stanze di un hotel di lusso. Si, avete capito bene! Un’esperienza decisamente nuova, unica e accattivante.

La nascita del progetto “Artrooms Fair Roma”

Artrooms Fair Roma è nata prendendo spunto dall’Artrooms di Londra, la Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea per Artisti Indipendenti, fondata nel 2015 da Cristina Cellini Antonini e Francesco Fanelli. La fiera organizzata a Roma ha ripreso l’idea londinese sviluppandone i concetti e rendendoli più attuali e ricchi di contenuti. L’esibizione, alla sua seconda edizione, si è tenuta quest’anno dal 22 al 24 Marzo e ha ospitato molti artisti indipendenti (circa 70) provenienti da diverse parti del mondo: America, Italia, Polonia, Pakistan, Russia, solo per citarne alcuni. Tutti gli artisti sono stati accuratamente selezionati in modo da rendere davvero unico e speciale questo evento.

Il luogo dell’evento

Il luogo che ha ospitato l’evento nelle due edizioni romane è il “The Church Palace Hotel“, le cui camere (più di 40) sono state prontamente predisposte per ospitare le opere e permettere agli artisti di dar libero sfogo al loro talento creativo e presentare al pubblico i momenti che hanno segnato la loro carriera artistica. Si tratta, decisamente, di un nuovo concept studiato per l’incontro fra artisti e pubblico.

Il single work

Per gli artisti interessati a partecipare ma che non hanno la possibilità di sostenere le spese previste per l’alloggio, il visto, il trasporto e la spedizione o per coloro che non dispongono di un ampio portfolio, è possibile registrare una sola opera che, se selezionata, potrà essere esposta senza bisogno della presenza fisica dell’autore in hotel.

L’esperienza

All’interno del complesso, il visitatore viene accompagnato in un percorso ricco di fotografie, sculture, installazioni e video che se si snodava lungo i diversi ambienti. Ogni stanza dell’albergo diventa quindi un piccolo mondo a se’ nel quale ogni visitatore può immergersi appieno, scoprendo il lato più profondo di ogni artista e libero di interpretarne il pensiero in base alle proprie sensazioni.
Lasciandosi trasportare dal contesto, il visitatore ha la possibilità di sperimentare un nuovo modo di accostarsi all’arte, interagendo con essa ed entrando in empatia con l’artista e le sue opere.
Attraverso questa mostra, che con la prima edizione 2018 aveva attirato più di 4.000 visitatori, gli artisti hanno la possibilità di venire a contatto con diverse figure importanti appartenenti al mondo dell’arte, come curatori, galleristi, collezionisti e altri colleghi con i quali confrontarsi e crescere insieme.
Artrooms è quindi un’occasione unica per gli espositori, che hanno la possibilità di farsi conoscere e apprezzare dal proprio pubblico, e per i visitatori, che possono apprendere qualcosa di nuovo, scoprire alcune novità interessanti, o semplicemente lasciarsi ispirare da nuove idee e sviluppare il proprio estro creativo.
Saranno senz’altro in molti quelli già in attesa della prossima edizione.

La mostra “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione” alla GAM di Roma

Dal 23 Gennaio 2019 al 13 Ottobre 2019, presso la Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Roma, in via Francesco Crispi 24, è possibile visitare la mostra “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione“.

Curata da Arianna Angelelli, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Daniela Vasta, questa mostra è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

Mai come ai giorni nostri, nei quali il dibattito sulla figura femminile è tornato prepotentemente alla ribalta a causa della piaga dei femminicidi e delle pressioni per la messa in discussione della legge 194 sull’aborto, una mostra del genere può essere utile a comprendere l’immaginario che nei secoli ha ammantato la figura della donna, vista alternativamente come angelo del focolare e demone tentatore, mamma accogliente e strumento di peccato, santa e peccatrice.

Filo conduttore della mostra è il mistero che circonda una figura che l’uomo non riuscirà mai a comprendere fino in fondo, su cui fin dall’alba dei secoli si sono interrogati poeti, scrittori, pittori, scienziati e uomini comuni.
Punto cardine dell’evoluzione della figura femminile, non solo nell’arte e nella scienza, ma anche e soprattutto nella vita quotidiana, per l’Italia è stata la contestazione degli anni Sessanta, le proteste e l’affermarsi del movimento femminista, il cui eco prorompente aveva già interessato gli altri Stati Europei. Perché non bastava più il diritto al voto e al lavoro: la donna aveva bisogno di pari diritti e opportunità anche in altri campi del vivere quotidiano, e soprattutto rivendicava il possesso di quel corpo così bistrattato, considerato per secoli solo strumento di piacere o contenitore di nuove vite, meglio se maschili.

Il corpo e l’immagine femminile, tra simbolo, immaginario e rivoluzione, è dunque al centro di questa mostra che induce una profonda riflessione in merito non tanto all’essenza femminile, quanto a come essa sia stata percepita dagli artisti che nei decenni l’hanno ritratta in opere appartenenti alle diverse correnti artistiche e culturali tra fine Ottocento, lungo tutto il Novecento e fino ai giorni nostri.

Per lo spettatore della mostra mostra “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione”, insomma, l’evoluzione femminile avviene attraverso gli occhi di questi artisti. La donna nell’arte a cavallo tra gli ultimi tre secoli è una donna dai mille volti, quanti sono i pennelli che la ritraggono. A seconda della corrente artistica e culturale di appartenenza, ogni artista regala una sfaccettatura inedita della femminilità, una rappresentazione che evoca sogni, desideri e paure, che scatena il desiderio o una sorta di timore reverenziale.

Rappresentata di volta in volta come Madonna o come Diavolo, come musa ispiratrice o come mamma premurosa, come oggetto di desiderio folle o come simbolo di pace, amore e comprensione, la donna è quasi ossessione per gli artisti che vorrebbero indagarne l’anima, comprenderne ogni sfumatura, ma riescono solo a darci uno spaccato parziale di quell’immaginario infinito a cui dà accesso la femminilità, il corpo della donna.

Impossibile non notare che in molti dipinti esposti, le donne sono nude. E non è certo un caso se un famoso slogan delle femministe americane degli anni Sessanta recitasse così “Le donne devono essere nude per entrare nei musei?“. E in effetti per secoli il nudo femminile è stato considerato qualcosa da studiare, modello di bellezza, di erotismo o di ludibrio; simbolo per eccellenza della maternità ma anche di quel peccato che secondo la religione cristiana condanna l’uomo all’inferno.

Ogni mese, a partire da marzo, il percorso sarà arricchito da nuove opere, presentate al pubblico come “L’opera del mese”, secondo la programmazione che prevede anche molti incontri, proiezioni, letture, performances e serate musicali a tema.

Dalla primavera avrà inizio anche il social contest #donneGAM che inviterà il pubblico a postare fotografie di donne protagoniste della propria storia familiare.

Per tutti gli altri dettagli è possibile visitare anche il sito ufficiale della mostra.