Dal 23 Gennaio 2019 al 13 Ottobre 2019, presso la Galleria d’Arte Moderna (GAM) di Roma, in via Francesco Crispi 24, è possibile visitare la mostra “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione“.
Curata da Arianna Angelelli, Federica Pirani, Gloria Raimondi e Daniela Vasta, questa mostra è promossa dall’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale e dalla Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.
Mai come ai giorni nostri, nei quali il dibattito sulla figura femminile è tornato prepotentemente alla ribalta a causa della piaga dei femminicidi e delle pressioni per la messa in discussione della legge 194 sull’aborto, una mostra del genere può essere utile a comprendere l’immaginario che nei secoli ha ammantato la figura della donna, vista alternativamente come angelo del focolare e demone tentatore, mamma accogliente e strumento di peccato, santa e peccatrice.
Filo conduttore della mostra è il mistero che circonda una figura che l’uomo non riuscirà mai a comprendere fino in fondo, su cui fin dall’alba dei secoli si sono interrogati poeti, scrittori, pittori, scienziati e uomini comuni.
Punto cardine dell’evoluzione della figura femminile, non solo nell’arte e nella scienza, ma anche e soprattutto nella vita quotidiana, per l’Italia è stata la contestazione degli anni Sessanta, le proteste e l’affermarsi del movimento femminista, il cui eco prorompente aveva già interessato gli altri Stati Europei. Perché non bastava più il diritto al voto e al lavoro: la donna aveva bisogno di pari diritti e opportunità anche in altri campi del vivere quotidiano, e soprattutto rivendicava il possesso di quel corpo così bistrattato, considerato per secoli solo strumento di piacere o contenitore di nuove vite, meglio se maschili.
Il corpo e l’immagine femminile, tra simbolo, immaginario e rivoluzione, è dunque al centro di questa mostra che induce una profonda riflessione in merito non tanto all’essenza femminile, quanto a come essa sia stata percepita dagli artisti che nei decenni l’hanno ritratta in opere appartenenti alle diverse correnti artistiche e culturali tra fine Ottocento, lungo tutto il Novecento e fino ai giorni nostri.
Per lo spettatore della mostra mostra “Donne. Corpo e immagine tra simbolo e rivoluzione”, insomma, l’evoluzione femminile avviene attraverso gli occhi di questi artisti. La donna nell’arte a cavallo tra gli ultimi tre secoli è una donna dai mille volti, quanti sono i pennelli che la ritraggono. A seconda della corrente artistica e culturale di appartenenza, ogni artista regala una sfaccettatura inedita della femminilità, una rappresentazione che evoca sogni, desideri e paure, che scatena il desiderio o una sorta di timore reverenziale.
Rappresentata di volta in volta come Madonna o come Diavolo, come musa ispiratrice o come mamma premurosa, come oggetto di desiderio folle o come simbolo di pace, amore e comprensione, la donna è quasi ossessione per gli artisti che vorrebbero indagarne l’anima, comprenderne ogni sfumatura, ma riescono solo a darci uno spaccato parziale di quell’immaginario infinito a cui dà accesso la femminilità, il corpo della donna.
Impossibile non notare che in molti dipinti esposti, le donne sono nude. E non è certo un caso se un famoso slogan delle femministe americane degli anni Sessanta recitasse così “Le donne devono essere nude per entrare nei musei?“. E in effetti per secoli il nudo femminile è stato considerato qualcosa da studiare, modello di bellezza, di erotismo o di ludibrio; simbolo per eccellenza della maternità ma anche di quel peccato che secondo la religione cristiana condanna l’uomo all’inferno.
Ogni mese, a partire da marzo, il percorso sarà arricchito da nuove opere, presentate al pubblico come “L’opera del mese”, secondo la programmazione che prevede anche molti incontri, proiezioni, letture, performances e serate musicali a tema.
Dalla primavera avrà inizio anche il social contest #donneGAM che inviterà il pubblico a postare fotografie di donne protagoniste della propria storia familiare.
Per tutti gli altri dettagli è possibile visitare anche il sito ufficiale della mostra.
